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“Non si possono più riconoscere i monumenti dell’epoca trascorsa, immensi spalti ha consunto il tempo vorace. Restano solo tracce fra crolli e rovine di muri, giacciono i tetti sepolti in vasti ruderi. Non indigniamoci che i corpi mortali si disgreghino: ecco che possono anche le città morire”
Con queste parole il celebre poeta e politico romano Rutilio Namaziano descriveva, nei primi decenni del V secolo dopo Cristo, i resti di quella che era stata un tempo una delle più popolose e ricche città etrusche, Populonia. Le altre città, purtroppo, non offrivano uno spettacolo migliore, saccheggiate e incendiate a più riprese dagli antichi romani e dai “barbari” e per lungo tempo lasciate in uno stato di completa rovina.
Da più di duemila anni la scoperta della civiltà etrusca è un’esperienza di rovine, disseminate in tutto il territorio che va pressappoco dalla Pianura Padana fino alla Campania. Com’era ai tempi di Namaziano, è rimasto ben poco di Felsina, Kainua, Velathri, Velch, Vatluna, Kaisra, Pupluna, Suthrinas, Curtun, le città etrusche sulle cui macerie sono sorte rispettivamente Bologna, Marzabotto, Volterra, Vulci, Vetulonia, Cerveteri, Populonia, Sutri, Cortona. Eppure, si tratta pur sempre di resti notevolissimi per quantità, qualità, ricchezza di storie e suggestioni che riescono ancora oggi a tramandare.
Il rischio, per chi vuole avvicinarsi alla cultura etrusca, è quello di scambiare una parte per il tutto, e di limitarsi a visitare un museo, una rovina, una necropoli isolata, senza cogliere l’unità d’insieme che lega fra loro luoghi tanto lontani. Il consiglio è quindi quello di non limitarsi a una sola dimensione del viaggio – museale o “naturale” - bensì di organizzare un itinerario a più tappe che preveda tanto le visite ai musei quanto le escursioni all’aria aperta, all’esplorazione di quelle necropoli di cui l’Italia centrale è tuttora ricchissima.
Per conoscere la civiltà etrusca
Partiamo dai musei: sono i più facili da visitare, anche se per vederli davvero nella loro interezza potrebbero non bastare giornate intere. Sono per lo più musei nazionali (ogni città prima menzionata ne ha uno), e raccolgono per buona parte ciò che nei secoli passati è stato razziato dai resti delle città e dalle necropoli. Alcuni ospitano capolavori riconosciuti in tutto il mondo, come la Chimera di Arezzo e l’Arringatore nel Museo Archeologico di Firenze, l’Ombra della Sera e l’Urna degli Sposi del Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, il Sacrofago degli Sposi e l’Apollo di Veio del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, la Tabula Cortonensis e il lampadario etrusco del Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona.
Altri musei minori valgono comunque il costo del viaggio per la cura dei dettagli e le loro raccolte di reperti, spesso uniche, capaci di ricostruire nello spazio di pochi metri la vita di intere comunità locali nel corso dei secoli: da non perdere, in questo itinerario che potete già cominciare a costruire idealmente sulla mappa, il Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria di Marzabotto, il Museo Isidoro Falchi di Vetulonia, il Museo Civico Archeologico di Verucchio, il Museo della Civiltà Villanoviana di Villanova, il cui costo del biglietto è inversamente proporzionale al valore delle collezioni (da non perdere, in particolare, il “trono” in legno del museo di Verucchio).
I resti della cultura etrusca, tuttavia, non si limitano solo a ciò che è custodito nei musei e richiedono di compiere un piccolo sforzo – oltre a un’attrezzatura adeguata - per effettuare brevi o lunghe escursioni nei boschi, tra le campagne e sugli Appennini, praticabili dalla maggior parte delle persone con i dovuti accorgimenti. Popolo di mercanti, di navigatori, di sacerdoti, gli etruschi non hanno mai perso il legame con la terra ed è proprio al di fuori delle città e delle strade in asfalto che si trovano le testimonianze più suggestive della loro epoca, ancora oggi custodite nel fitto della vegetazione o all’ombra delle montagne.
Sui territori etruschi
È il caso, ad esempio, della colossale piramide scolpita nella roccia a Bomarzo (riscoperta dopo duemila anni da Salvatore Fosci insieme a un gruppo di archeologi locali), del tempietto di Demetra incastonato tra i massi nel cuore di una foresta nei pressi di Sutri, delle colossali rovine del gigantesco tempio dell’Ara Regina nelle campagne attorno a Tarquinia e delle necropoli disseminate nei boschi di tutto il centro Italia, scavate nella roccia o costruite innalzando giganteschi tumuli nella pianura.
Infine, le necropoli: incalcolabili per numero e tipologia, esse sono state a più riprese esplorate e ormai ben poco rimane al loro interno che non sia stato depredato o rinchiuso all’interno di qualche collezione pubblica o privata. Eppure, la semplice esperienza di scendere nelle profondità della terra per ritrovare nello spazio di pochi metri quadrati una vera e propria abitazione scolpita nella pietra è sufficiente per cogliere con lo sguardo secoli di riti, credenze e usanze etrusche volte alla vita nell’aldilà.
Dalle tombe dipinte con gli uccelli, gli animali, gli uomini e le donne nudi, danzanti, festosi di Tarquinia ai tumuli colossali di Cerveteri, dagli ipogei circolari scavati nelle campagne attorno a Volterra alle necropoli rupestri nascoste nel fitto della foresta di San Giuliano, un viaggio nelle terre degli etruschi non può prescindere dalla visita alla loro casa per l’eternità, pur se questo comporta uscire dai sentieri e dalle comodità abituali per andare alla ricerca di luoghi che a volte sono a malapena menzionati sulle mappe.
Quello etrusco è un mondo costruito a metà tra la vita e la morte, e non è possibile comprenderlo appieno senza visitare il “sopra” e il “sotto” della terra, acquisendo la capacità di immergersi nell’oscurità delle tombe e risalire alla luce con la stessa naturalezza dei nostri avi. “Che la vita sia tanto più amabile quanto più teneramente custodisce dentro di sé la memoria di Ctonia, che sia possibile edificare una civiltà senza mai escludere la sfera sotterranea dei morti, che vi sia tra il presente e il passato e fra i viventi e i morti un’intensa comunità e una continuità ininterrotta: questo è il lascito che gli Etruschi hanno trasmesso all’umanità” afferma Giorgio Agamben nella prefazione del libro di D. H. Lawrence, Luoghi Etruschi, da poco ristampato da Neri Pozza e guida inseparabile per il viaggio.
Eppure, ciò che si ottiene da un viaggio alla scoperta della cultura e della civiltà etrusca è tutto fuorché la sensazione di una civiltà morta e sepolta con le sue rovine. Dimenticata, ignorata dai più, ma nondimeno viva e pulsante fin nei più profondi recessi del nostro paese. Gli etruschi sono la porta d’accesso “italiana” alla cultura e della conoscenza greca, egizia, fenicia, e hanno lasciato un’influenza nella cultura romana e nelle successive che si è tramandata attraverso i secoli. Il loro rapporto con la natura, con la morte, con la ciclicità dei ritmi della vita, con l’imponderabilità del cosmo e dei suoi misteri, il loro approccio festoso nei confronti della vita ci riportano a una civiltà a noi lontana nel tempo, ma così vicina nello spazio e simile a noi per costumi e nelle apparenze da risultarci, alla fine, quasi familiare.
Cosa visitare Museo della Civiltà Villanoviana, via Tosarelli 191, Villanova (BO) Museo Civico Archeologico, via dell'Archiginnasio 2, Bologna Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria, Via Porrettana Sud, 13, 40043 Marzabotto (BO) Museo etrusco "Mario Guarnacci", Via Don Giovanni Minzoni, 15, 56048 Volterra (PI) Parco Archeologico "Enrico Fiumi", Viale Wunsiedel, 56048 Volterra (PI) Necropoli del Portone, Volterra (PI) Mura Etrusche Le Balze, Volterra (PI) Parco Archeologico di Baratti e Populonia, 57025 Baratti (LI) Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi – MuVet – 58043 Vetulonia (GR) Tomba della Pietrera, Str. Vicinale di Badia Vecchia - Casette, 58043 Castiglione della Pescaia (GR) Tomba della Fibula d'oro, VXHW+G7 Castiglione della Pescaia (GR) Città Etrusco-Romana di Vulci, 01014 Montalto di Castro (VT) con il Tumulo della Cuccumella, la Tomba François Castello dell’Abbadia- Museo archeologico nazionale di Vulci, 01011 Canino (VT) Ponte del Diavolo, 01011 Canino (VT) Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia - Palazzo Vitelleschi, Piazza Cavour, 1a, 01016 Tarquinia (VT) Necropoli dei Monterozzi di Tarquinia, Via Ripagretta, 01016 Tarquinia (VT) Ara della Regina, Tarquinia (VT) Museo archeologico nazionale Cerite, Piazza Santa Maria, 00052 Cerveteri (RM) Necropoli della Banditaccia, Via della Necropoli, 43/45, 00052 Cerveteri (RM) Necropoli del Laghetto, Cerveteri (RM) Parco Naturale Regionale dell'Antichissima Città di Sutri, SS2, 01015 Sutri (VT) Necropoli rupestre di San Giuliano - Barbarano Romano (VT) Parco Regionale Marturanum, Località San Giuliano, 01010 Barbarano Romano (VT) Tempio di Demetra, Vetralla, (VT) Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, 21b, 01100 Viterbo Piramide Etrusca di Bomarzo, 01038 Bomarzo (VT) MAEC - Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona, Piazza Luca Signorelli, 9, 52044 Cortona (AR) Melone secondo del Sodo, Frazione Pieve Vecchia, 52044 Cortona (AR) Tanella di Pitagora, Località Cinque Vie, 52044 Cortona (AR) Tanella Angori, Località Sodo, 52044 Cortona (AR) Museo Civico Archeologico di Verucchio, Via Sant'Agostino, 14, 47826 Verucchio (RN)
Osteria di Sperticano Via Sperticano, 42 40043 Sperticano (BO) Tel. 334 3846434 www.osteriadisperticano.art.blog Osteria collocata nel Parco del Monte Sole, a pochi chilometri da Marzabotto. Cucina semplice e buonissima. Il loro motto vale più di mille parole: buon cibo, ottimi vini, tanta felicità. Amatevi, si vive una volta sola nella vita. Il tagliapasta Via Renato Fucini, 12 58100 Grosseto Tel. 392 6544754 Un tripudio di sapori, un posto che merita, cucina eccellente con materie prime ricercate. Ambiente elegante, personale cortese e oste eccezionale nel narrare il suo menù. Piatti incentrati sulla tradizione maremmana.
Therra, osteria e carne al fuoco Via Vitelleschi, 9 01016 Tarquinia (VT) Tel. 0766 032049 Posto in una piazzetta molto suggestiva di Tarquinia, questo ristorante presenta un menù tradizionale dell'area compresa fra Roma e la Tuscia, con particolare attenzione alla carne. Ingredienti di qualità, personale gentilissimo, ambiente confortevole e servizio veloce.
La Sfera D'Oro Piazza del Comune, 36 01015 Sutri (VT) Tel. 0761 600030 Collocata nella piazza centrale del paese più antico della stessa Roma, la Sfera d’Oro soddisfa tutte le voglie di chi cerca una trattoria tipica, con personale gentile, un titolare di squisita simpatia e materie prime eccellenti.
Scara e Beo Vicolo Fierli, 7 52044 Cortona (AR) Tel. 0575 958046 Ristorante vegetariano e vegano nel cuore di Cortona, locale nuovo e molto accogliente. I proprietari sono molto gentili e ti fanno sentire subito a casa. I piatti sono tutti belli da vedere e molto buoni al gusto.
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