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Se si fa visita a questo colorito borgo medievale una delle cose di cui tenere conto è, prima di tutto, l’alba. Affacciarsi alla terrazza panoramica adiacente alla chiesa di San Rocco nei primi momenti della giornata è un’esperienza che vale da sola il viaggio. La vista si perde dai rilievi più prossimi fino al Mar Adriatico, avvolgendosi di sfumature e bagni di luce che mutano nell’arco di pochi istanti. La posizione privilegiata da cui si osserva regala ritagli di paesaggio sempre nuovi, pervasi dai primi suoni provenienti dai vicoli. Ecco, è già chiara la ragione per cui Guardiagrele gode di un appellativo speciale, concessole da D’Annunzio: è La Terrazza d’Abruzzo. I minuti scorrono e il borgo si riempie di voci. Le serrande si alzano. Dai bar sgattaiola il ticchettio delle tazzine di caffè. L’altra particolarità di Guardiagrele si disvela così: questo è tutt’altro che un borgo desolato. Ogni giorno è animato dal moto di oltre ottomila abitanti e dai numerosi visitatori che lo scelgono per trascorrere tempo buono in un luogo di quiete a ritmo lento.
Il centro storico ospita molti negozi e botteghe, in alcune delle quali si può ammirare la lavorazione dei metalli nobili, attività artigianale che caratterizza il borgo da secoli. Questa specialità trova il più grande riferimento in Nicola da Guardiagrele, importante esponente dell’oreficeria abruzzese vissuto nella prima metà del 1400, che viene puntualmente citato dalle guide locali e nei racconti dei guardiesi. Inizialmente l’attività artigiana era focalizzata su oggetti sacri (quali croci processionali e ostensori) impiegati nelle numerose chiese del borgo; poi, con il passare dei secoli, è fiorita anche la produzione di gioielli. Basta infilarsi in un negozio o in una gioielleria per ricevere esaustive spiegazioni e poter ammirare l’oggetto più rappresentativo di questa specializzazione, la presentosa. Si tratta di un ciondolo a forma di stella lavorato in filigrana, prodotto in varie dimensioni. Il nome si deve alla sua tipica funzione di presente; le presentose venivano infatti regalate alle giovani donne in occasione del fidanzamento. Da segnare in calendario, sull’onda di quanto scritto finora, la Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese che si tiene proprio a Guardiagrele, per oltre tre settimane, nel mese di agosto.
Torniamo a parlare di intreccio tra ambiente ecclesiastico e lavorazione dei metalli facendo visita alla graziosa Chiesa Madonna dell’Addolorata, fondata nel 1733. Al suo interno vi è un organo del Settecento, le cui canne sono state prodotte nel 1300 (e successivamente restaurate) proprio a Guardiagrele. Non è l’unico elemento da ammirare in questo piccolo edificio di culto: vi è un sorprendente soffitto ligneo a cassettoni, arricchito da dipinti ad olio, su lamina di rame, confezionati dal pittore locale Ferdinando Palmerio.
Lasciata la Chiesa Madonna dell’Addolorata ci si può dirigere verso il Duomo di Santa Maria Maggiore, su cui si apre l’omonima piazza, fulcro sociale della cittadina. L’ingresso del Duomo non è sul fronte ma sul lato destro, guardando la facciata. Si affrontano 23 gradini prima di raggiungere il piano delle funzioni. Sotto, invece, è collocato il Museo del Duomo, contenitore di notevoli testimonianze religiose.
L’ingresso, per così dire nascosto, non è l’unica particolarità di Santa Maria Maggiore: una volta fuori, percorrendo una piccola strada che corre sotto l’edificio, si raggiunge l’ingresso di un’altra chiesa, decisamente più piccola, San Rocco. Una chiesa sopra la chiesa, che lascia sorpresi i visitatori per la particolarità dell’architettura. Fuori, intanto, la vita scorre lenta e collaudata, si espongono gli ortaggi e la frutta, i negozianti elargiscono sorrisi ai compaesani e agli avventori.
Per colazione o per una merenda non c’è scelta più local che il dolce tipico di Guardiagrele, le Sise delle monache, delle golose paste di Pan di Spagna e crema pasticcera dalla caratteristica forma detta anche “tre monti”, che si possono acquistare o gustare in loco in una delle pasticcerie storiche del borgo. L’origine di questo dolce non è del tutto chiara: pare accreditata l’ipotesi che rimandasse alla consuetudine delle suore di riporre una protuberanza al centro del petto, in modo da rendere meno evidente il seno. L’altra teoria, meno cara agli abitanti, è che il dolce faccia riferimento al Gran Sasso d’Italia, alla Majella e al Sirente-Velino, i tre massicci abruzzesi più alti dell’intera catena appenninica.
In un meraviglioso chiostro a fianco al Municipio, in Largo San Francesco, altro crocevia fondamentale per i guardiesi, è situato il Museo del Costume e delle tradizioni della nostra gente, uno spazio sorto nei primi anni ’90 come iniziativa di una piccola associazione di volontariato. Un sito che vale la pena visitare se si vuole apprendere, visivamente e attraverso le parole delle brave accompagnatrici, usi e costumi che hanno caratterizzato questa zona tra fine Ottocento e gli inizi del Novecento. All’interno sono raccolti reperti autentici, ripartiti in diverse aree tematiche. Le ricostruzioni accurate raccontano i mestieri dell’epoca, gli ambienti domestici, l’emigrazione, le abitudini familiari. Ci sono dettagli che lasciano davvero basiti, come le scarpe realizzate con gli pneumatici recuperati dai furgoni militari utilizzati durante la guerra. In questo inconsueto museo oltre ad essere narrate le dinamiche delle famiglie patriarcali, le regole, i linguaggi, e la vita sociale, si fa testimonianza della connessione tra la civiltà contadina e il mondo artigianale locale. Un legame che pare davvero solido e ancora oggi piuttosto stabile. Leggiamo quanto ha detto il prof. Nesti dell’Università di Firenze, dopo la visita al museo: “Un prezioso centro in cui si vive l’estro della sofferta e bella Italia popolare tra l’800 e il 900”. Insomma, un breve viaggio nel tempo per capire di più anche l’Abruzzo e le sue comunità.
Una volta fuori, se ancora non si è fatta tappa, si può entrare all’ufficio turistico attiguo, ricco di approfondimenti e prodotti enogastronomici da acquistare. Questo ufficio rappresenta una preziosa risorsa messa in campo dal comune, non scontata in un centro di contenute dimensioni come Guardiagrele!
Qui apprendiamo, fra le altre cose, i vari riconoscimenti elargiti al borgo: “Città d’arte e cultura”, “Stazione di soggiorno climatico”, “Città del progetto panda” per la salvaguardia della fauna. Non solo: scopriamo che il Parco Nazionale della Maiella, che si può raggiungere dalla vicina Bocca di Valle, ha scelto di stabilire la sua sede proprio nel borgo di Guardiagrele per il suo ruolo nella difesa del patrimonio ambientale e storico della zona.
Parco Nazionale della Maiella e dintorni
Se, lasciandosi alle spalle la Porta di San Giovanni, si prosegue in direzione Bocca di Valle, si raggiunge i pochi minuti, circondati da un meraviglioso paesaggio, uno dei punti più congeniali da cui accedere al Parco Nazionale della Maiella. Il Parco, costituito nel 1991, è considerato uno dei principali polmoni verdi d’Abruzzo e offre innumerevoli sentieri oltre che delle vedute panoramiche straordinarie. Nei giorni di sole e limpido, in alcune zone esposte rivolgendosi verso est, si può ammirare un panorama che si estende fino al Conero e al Gargano.
A caratterizzare il parco sono soprattutto i rilievi: comprende infatti il grande massiccio della Maiella, le Montagne del Morrone, i Monti Pizi e il gruppo del Monte Porrara. Si tratta di una vera e diversificata riserva naturale, con oltre 2100 specie vegetali e 150 specie di animali.
Per i visitatori una delle principali attrazioni è costituita dagli eremi - in particolare quelli di San Bartolomeo, San Giovanni, Santo Spirito e San’Onofrio - la cui struttura è letteralmente in simbiosi con le rocce dei rilievi. Insinuandosi nel parco con escursioni e trekking si scoprono luoghi inaspettati, come le la Tavola dei Briganti, l’avventurosa Valle dell’Orfento e la deliziosa Valle Giumentina nota per i suoi pascoli. Ma le mete per gli amanti della natura sono davvero tantissime. Una menzione particolare per le sorgenti sulfuree del Lavino, poco conosciute se non dagli abruzzesi, situate poco distante da Roccamorice, irrorate dalle particolarissime acque del fiume Lavino che nasce nel Vallone di Santo Spirito, sulla Maiella.
Villa Maiella Via Sette Dolori, 30
66016 Guardiagrele (CH) Tel. 0871 809319 www.villamaiella.it
Un ristorante gastronomico, insignito di una Stella Michelin, che vanta una lunga storia e una gestione familiare che ha saputo stare al passo con i tempi, in cucina e nell’accoglienza.
Il Cardillo Via Bocca di Valle, 89 66016 Bocca di Valle (CH) Tel. 0871 808237 Una piccola osteria a cinque chilometri da Guardiagrele in cui mangiare piatti della tradizione in un’atmosfera folkloristica e conviviale.
Hotel Altevie
Loc. Bocca Di Valle, 115 66016 Guardiagrele (CH) Tel. 0871 478100 www.hotelaltevie.it
Per un soggiorno all’insegna della natura e del relax a pochi minuti da Guardiagrele.
Albergo Villa Maiella Via Sette Dolori, 30
Per una piacevole sosta, allungata da una deliziosa colazione a base di prodotti genuini.
Il tempio del Gusto
Via Roma, 212
66016 Guardiagrele (CH) Una bottega in cui acquistare tantissime eccellenze gastronomiche locali e abruzzesi, fresche e conservate, ma anche vini, liquori e birre.