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Il rigoglio di Vallepietra e la sua gente
a cura di Simona VitaliIl rigoglio di Vallepietra e la sua gente08/07/2024

Vallepietra è un borgo montano, l’ultimo comune della provincia di Roma, al confine con l’Abruzzo.
Un luogo incontaminato - incastonato nella cornice del Parco Regionale dei Monti Simbruini - che chi vive e lavora lì ha la volontà ben precisa di continuare a preservare.
A Vallepietra non ci si capita per caso ma bisogna andarci appositamente. E così accade, con più frequenza di quanto non si immagini, per l’assoluta peculiarità di ciò che questo particolarissimo angolo di mondo offre dal punto di vista spirituale, naturalistico e agricolo.

 

Il rigoglio di Vallepietra e la sua gente

È dall’alta Ciociaria o dal versante romano che si accede direttamente al centro abitato, dove è consigliabile lasciare l’auto per proseguire a piedi, assaporando piccoli “incontri” che solo così si possono fare.
“Vallepietra  è un borgo storicamente abituato ad accogliere, a socializzare con chi viene da fuori, per via del Santuario della Santissima Trinità, antica meta di importanti pellegrinaggi. E lo fa da quando, non essendoci strutture preposte all’accoglienza come oggi, l’unico modo per dare ospitalità era far entrare nelle proprie case, nella propria famiglia, condividendo cibo e parole capaci di sfociare in amicizie di lungo corso (diventando “compari”, come si dice da queste parti)” ci racconta Filippo Graziosi, presidente dell’attivissima associazione culturale don Salvatore Mercuri, impegnata nel recupero storico, culturale e tradizionale del territorio.  Amicizie suggellate da scambi di prodotti tipici, magari autoctoni. Chi portava l’olio riceveva in cambio i fagioloni di Vallepietra, grandi fagioli bianco-perlacei dal retrogusto dolce come una castagna, oggi prezioso presidio Slow Food o il mais Agostinella, ora parte dell’Arca del gusto Slow Food, che lì continuano a crescere rigogliosi, grazie all’acqua di una delle tante sorgenti del luogo come quella delle Tartare, che sgorga sotto l’eremo della Trinità e arriva ai campi ancora ancora gelida (uno dei segreti di questa coltivazione). 

Foto by Vallepietra PlanetFoto by Vallepietra Planet
Pierina e la sua terraPierina e la sua terra
Coltivazione di fagioloni di VallepietraColtivazione di fagioloni di Vallepietra

“L’acqua – prosegue Graziosi - abbonda in questo territorio che si presenta  rigogliosissimo (e rientra nella più grande area protetta del Lazio) a tal punto da servire una settantina di comuni nelle province di Roma, Frosinone e Latina”. La cosa curiosa è che gli stessi abitanti di Vallepietra non sono soggetti a pagare bollette ma solo un canone forfettario annuale, indipendentemente dall’utilizzo.

Già da queste prime battute è intuibile che ci troviamo di fronte a un luogo particolarissimo, una sorta di perla rara. Vediamo quindi di esplorarlo, nel vero senso della parola. Partendo a piedi dal centro del paese si fiancheggiano un mulino a pietra, dove viene macinato il grano ma anche l’autoctono mais Agostinella, e la Casa delle sementi, recentemente affidata alla gestione dell’associazione APS Agostinella, luogo di incontro e condivisione degli agricoltori di tutta la valle dell’Aniene e di conservazione dei semi.  

Si inizia poi ad attraversare i campi di fagioloni, dove non è difficile incontrare agricoltori all’opera, benevolmente disposti a scambiare qualche battuta su questa particolare coltivazione, come a noi è accaduto con Domenico Placidi.
“Questa – ci racconta - è una produzione di nicchia, che si sviluppa su terrazzamenti ed è eseguita ancora a mano come una volta, a suon di zappa. Per scelta ben precisa di rispettare il nostro ambiente non utilizziamo alcun pesticida. A questo punto è la natura che decide. Ma noi non ci abbattiamo: accettiamo quello che ci dà e ci aiutiamo fra noi. Se un giorno un collega ha bisogno di rinforzi per fare dei lavori siamo con lui ad aiutarlo. La mia, e quella degli altri agricoltori non è solo scelta di vita ma impegno a perpetrare. Non vorremmo essere gli ultimi contadini che coltivano fagiolone a Vallepietra. Oltre a seminare il prodotto cerchiamo di coltivare le coscienze della gente”.

Il rigoglio di Vallepietra e la sua gente

Già in questo primo tratto non è improbabile imbattersi, ai bordi dei campi coltivati, in splendidi esemplari di orchidee selvatiche che, proprio qui nel cuore Parco naturale dei monti Simbruini dove ci troviamo, sembrano avere trovato il loro habitat ideale. “In tutta l’estensione del Parco (30.000 ettari) se ne contano circa 60 varietà e nel territorio di Vallepietra si trovano tutte!” ci spiega Alessio Locicero, apicoltore, le cui api sono preziosissime impollinatrici anche del fiore del fagiolone di Vallepietra. 
Le orchidee lo hanno dapprima incuriosito “Ho notato queste piccole inflorescenze particolari finché non ho capito che erano orchidee. Nel nostro immaginario sono solo giganti come quelle tropicali, invece no.
Ho coinvolto un amico, ne abbiamo censite 30. Nel 2002 abbiamo fatto la prima mostra fotografica e lì si è scatenato l’interesse di persone dai paesi vicini che hanno iniziato ad affiancarci. È quindi nato il gruppo Gross orchidee Simbruini, la collaborazione con il Parco per escursioni dedicate, aperte a tutti, i convegni regionali con richiamo di appassionati da altre regioni e ora addirittura l’arrivo di esperti persino da Francia e Germania! Tutto questo accade a Vallepietra. Le orchidee ammaliano, creano dipendenza. Non puoi più fare a meno di andare a ritrovarle ad ogni fioritura, sapendo ormai bene dove nascono”.

Quante sollecitazioni in un tratto così breve come quello percorso in direzione del santuario (che dal centro abitato dista ben 12 km ed è momentaneamente chiuso per lavori di restauro) sopra il quale, lo segnaliamo, si snoda un altipiano, Campo della pietra, talmente suggestivo da essere stato scelto come scenario da far west per il set cinematografico di “Lo chiamavano Trinità”, titolo ispirato - come è intuibile - al nome del santuario.
A Vallepietra c’è chi ritorna, come è accaduto a Domenico, il contadino custode di Fagiolone e Agostinella, che è nato qui e per anni ha vissuto nella capitale, ma c’è anche chi approda, come Alessio, l’apicoltore esperto di orchidee, che dopo aver vissuto in diversi altrove ha finalmente percepito di essere giunto a casa.
E la vita di questo borgo montano incontaminato continua...