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Sassocorvaro, a pieno titolo nel Montefeltro
a cura di Luigi FranchiSassocorvaro, a pieno titolo nel Montefeltro31/01/2024 - Sassocorvaro Auditore - Pesaro e Urbino
Sassocorvaro - Lago di MercataleSassocorvaro - Lago di Mercatale
A Sassocorvaro si arriva percorrendo da Fano la strada provinciale Feltresca. Eh si, qui tutto rimanda a quel Montefeltro che, tra la fine del Quattrocento e i primi del ‘500, con Urbino costituiva la culla del Rinascimento. 

Un primato dovuto a quel Federico da Montefeltro, sempre ritratto di a sinistra di profilo, come nel celebre dipinto di Piero della Francesca, perché sul lato destro del viso aveva perso un occhio in uno scontro armato, che fece grande questo minuscolo staterello portando a Urbino il fior fiore delle arti e delle intelligenze, come quell’artista anonimo che dipinse la città ideale, oggi simbolo di migliaia di poster, t-shirt, ma anche prefazione a libri e importanti studi di urbanistica.

Perché Sassocorvaro, piccolissimo borgo disperso nell’entroterra marchigiano, merita appositamente un viaggio? Forse perché nelle Marche ogni 15 chilometri c’è qualcosa da vedere, in questo caso una rocca che è citata, come esempio, in ogni studio o pubblicazione sulle strutture fortificate di ogni parte del mondo e presa, così pare, ad archetipo per il Guggenheim di New York.

Sassocorvaro: La Misteriosa Fortezza a Forma di Tartaruga

Sassocorvaro - Biblioteca della RoccaSassocorvaro - Biblioteca della Rocca
Definito come emblematico, macchinoso, simbolico, suggestivo, il complesso di Sassocorvaro, con la sua struttura somigliante a una tartaruga, è il più dibattuto, anche per la sua incerta particolarità, nella storia dell’architettura fortificatoria.

Posizionato su un territorio fortemente conteso, nel XV secolo, tra Federico Di Montefeltro, signore di Urbino, e Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, con la vittoria del primo e il lascito del castello al fratello Ottaviano degli Ubaldini, suo alter ego nonché conte, filosofo e alchimista che volle la particolare forma a tartaruga della rocca come simbolo di valenza alchemica, almeno così si pensava in epoca rinascimentale. 

Tutt’ora l’aura che circonda la rocca ubaldinesca ha qualcosa di misterioso, solenne e quasi mistico. A cominciare dai sotterranei che la leggenda vuole collegati direttamente al palazzo Ducale di Urbino. Oppure dalla massiccia porta di legno d’ingresso al borgo che, ogni 26 agosto, sempre secondo la leggenda, lascia trapelare “voci, pianti, rumori di una battaglia o di un incendio”.

Un Borgo che Respinge il Tempo

Sassocorvaro - Teatro della RoccaSassocorvaro - Teatro della Rocca
Del resto anche passeggiare per le vie dell’antico borgo si avverte qualcosa di indefinito; forse perché era prima mattina e c’era un silenzio assoluto, con le botteghe ancora chiuse, un piccolo bar aperto a ridosso della rocca che ospitava gli anziani del paese, quelli che solitamente si svegliano all’alba ma di certo Sassocorvaro sa di magia.

Dall’alto la vista si apre sul lago di Marcatale in una suggestiva dimensione che, da sola, varrebbe spingersi fin quassù ma il fascino della Rocca Ubaldinesca chiama a gran voce.

Scopriamo così che la forma tonda della struttura era stata pensata per resistere meglio, sul finire del ‘400, ai colpi della bombarda che scivolavano anziché penetrare nei mattoni. Ma anche che, al piano superiore, il percorso si divide tra due corridoi circolari di ponente e levante chiamati vani solari che consentono una visuale perfetta dell’esterno e che sono collegati da una scala elicoidale che vuole rappresentare l’Asse dell’universo. Per finire poi in uno spazio ottocentesco che racchiude il piccolo teatro di corte dove, sul sipario, è dipinta una vista dell’epoca di Sassocorvaro ripresa dal basso.

La Rocca di Sassocorvaro: Rifugio d'Arte e Custode di Tesori

Sassocorvaro - Libro storicoSassocorvaro - Libro storico
La Rocca Ubaldinesca, infine, fu scelta da Pasquale Rotondi, soprintendente della Regione Marche, quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, si dovevano mettere in salvo le opere d’arte che rappresentavano il patrimonio dell’Italia; le opere da nascondere cominciarono ad arrivare dai musei e dalle chiese di Venezia, Urbino, Pesaro, Fano, Ancona, Lagosta, Fabriano, Jesi, Osimo, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno. Nei successivi anni furono nascoste 7.821 opere d'arte fra le quali dei capolavori di Giorgione, Giovanni Bellini, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Carlo Crivelli, Carpaccio, Mantegna e Raffaello. Per questo, a Sassocorvaro, ogni anno si tiene il Premio Rotondi per chi si è distinto nell’opera di salvaguardia dell’arte.

Ci sono diverse altre cosuccie da visitare in questo borgo silenzioso ma vivo, come il Museo del gioco e del Giocattolo, denominato GioGio, aperto nel 2021 dove sono esposti giocattoli di tutti i tempi e, in particolar modo, quelli degli anni ’50 e ’60 del Novecento: meccani, flipper di legno, trottole, biglie di vetro. Un delizioso remake del periodo più felice dell’Italia.