Premi INVIO per cercare o ESC per uscire

Una giornata in Valcamonica, la Valle dei Segni
a cura di Jacopo FranchiUna giornata in Valcamonica, la Valle dei Segni31/01/2024 - Breno - Brescia
Valcamonica - Castello di CimbergoValcamonica - Castello di Cimbergo
Uno sterminato racconto su roccia che attraversa un'intera valle e si dipana lungo i millenni: con questa frase si potrebbe riassumere l'ineguagliabile tesoro di incisioni rupestri della Valcamonica, primo sito italiano a ottenere il riconoscimento Unesco di "patrimonio dell'umanità" nel 1979 grazie alle oltre 300 mila figure scolpite sulle pareti rocciose della valle che si snoda a metà tra le province di Bergamo e Brescia.

Riscoperte agli inizi del secolo scorso, dopo essere state nascoste alla vista per millenni a causa della vegetazione e del venir meno della cultura orale che le aveva prodotte, le incisioni rupestri della Valcamonica sono state progressivamente riportate alla luce grazie al paziente lavoro degli studiosi e degli archeologi, e oggi possono essere ammirate in tutta la loro varietà negli otto parchi archeologici di Naquane, dei Massi di Cemmo, di Seradina-Bedolina a Capo di Ponte, delle Incisioni Rupestri a Ceto, Cimbergo, Paspardo, del Lago Moro-Luine-Monticolo a Dafro Boario Terme, di Asinino-Anvòia  a Ossimo, del Parco Archeologico e Minerario a Sellero e del Percorso Pluritematico del "Coren delle Fate" a Sonico.

Testimoni di Pietra: Le Enigmatiche Incisioni Rupestri della Valcamonica

Valcamonica - Incisioni rupestriValcamonica - Incisioni rupestri
La varietà di figure rappresentate sulle rocce della Valcamonica si rivela, a uno sguardo d'insieme, incalcolabile: animali da soma, da caccia, capanne costruite su palafitte, armi, uomini in preghiera, in guerra, al lavoro, e poi ancora sacerdoti, labirinti, mappe topografiche, figure a metà tra uomini e animali, carri, guerrieri, pendagli femminili, mezzi e strumenti agricoli. “In Valcamonica abbiamo un numero enorme di incisioni nelle quali gli uomini stessi si sono rappresentati nel loro ambiente, negli atti della loro vita quotidiana e delle loro occupazioni economiche, nel quadro della loro società, preoccupati dai loro problemi, influenzati, e anche diretti, dalle loro credenze e da tutti i moventi della loro vita. Ogni incisione è un documento che rispecchia l'uomo e la società di quell’epoca in modo diretto, incomparabile” scriveva sessant’anni fa l’archeologo Emanuel Anati in Civiltà Preistorica della Valcamonica, uno dei primi libri (edito dal Saggiatore) dedicati alla Valle in seguito alle prime, intensive campagne di scavo.

Dal primo cervo su roccia conservato sulla roccia numero 34 del parco di Luine fino alla figura stilizzata di un alpino incisa sulla roccia numero 1 di Naquane, le 300 mila incisioni della Valcamonica coprono un periodo che va da diecimila anni fa fino alla seconda metà del Novecento, con la massima concentrazione di figure nel primo millennio avanti Cristo e una brutale interruzione avvenuta in concomitanza con l’invasione romana della valle, seguita da sporadiche e limitate riprese nei secoli successivi. Esse rappresentano quindi la testimonianza di un popolo, quello degli antichi Camuni, trasmessa sotto forma di figure che svelano solo in parte il loro più profondo significato. Alcune incisioni, infatti, sono probabilmente destinate a rimanere incomprensibili per sempre, come l’uomo con ali di farfalla della roccia 27 del parco di Naquane, o la  presunta raffigurazione di una cometa della roccia 35 delle Foppe di Nardo.

La Valcamonica: Un Viaggio nelle Tracce Evolutive dell'Umanità

Valcamonica - Lago d'Iseo visto da LovereValcamonica - Lago d'Iseo visto da Lovere
È un mondo “scolpito”, quello della Valcamonica, ma tutt’altro che immobile: dalle più antiche figure di animali che coincidono con le ultime manifestazioni dell’uomo cacciatore-raccoglitore della preistoria fino alle progressive apparizioni di figure di religiosi in preghiera, di aratri, di campi coltivati, di guerrieri e di armi, quella che oggi viene conosciuta non a caso come Valle dei Segni racchiude al suo interno il racconto dell’evoluzione della società umana dalla dimensione nomade a quella stanziale, dai miti e rituali delle origini all’apparizione di forme di religiosità e di organizzazione della società sempre più strutturate. Impossibile coglierlo tutto in una sola, frettolosa visita, ma se ci si concede il tempo di abituarsi a riconoscere le figure sulle rocce dei più svariati tipi e dimensioni è inevitabile, per chiunque, sentire il bisogno di tornare e tornare ancora per compiere esplorazioni più approfondite.

Valcamonica: Tra Musei, Antiche Rovine e la Continuità dell'Arte Rupestre

Valcamonica- Un esempio di Rosa CamunaValcamonica- Un esempio di Rosa Camuna
Per coloro che hanno la fortuna di trascorrere qualche ora o qualche giorno in questo luogo unico al mondo per varietà e ricchezza di tracce del passato, non mancano infine i musei, le raccolte civiche, le antiche rovine che ancora conservano parte di quella civiltà che ha prodotto un tale, impressionante dipinto all’aria aperta. Imperdibili, in questo senso, le collezioni del Museo Archeologico Nazionale della Valcamonica di Cividate Camuno e il Museo Nazionale della Preistoria della Valcamonica di Capo di Ponte, mentre proprio a Cividate Camuno è possibile ammirare le tracce di quella dominazione romana della valle protrattasi nei secoli e che ha segnato una irreversibile soluzione di continuità nella storia dei dipinti su roccia. Dai resti del teatro e anfiteatro locale alle suggestive spoglie del Santuario di Minerva - un luogo di culto sulle sponde del fiume Oglio frequentato per millenni dalle popolazioni locali e in seguito trasformato dai romani in un santuario “ufficiale” – la storia della Valcamonica si rivela a uno sguardo più attento un continuo sovrapporsi di genti, culture e opere in un intreccio ormai divenuto inestricabile, dove ancora oggi gli eredi delle antiche popolazioni conservano - ben nascosta - l’antica arte di incidere la vita su una roccia che affiora.