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La Transameria
La Transameria17/07/2024

La Transameria non esiste come luogo, è un percorso che prende il nome dai Monti Amerini, quel tratto di Appennino che si snoda tra Amelia e Todi. È stato scelto da Slow Food come itinerario simbolo per le esperienze gastronomiche improntate all’autenticità che coinvolgono decine di agricoltori, artigiani, ristoratori e attivisti per creare una rete che sappia esprimere al meglio le potenzialità di un territorio.

 

Come scrive Paolo Arice: “Infinite sono le trame che legano le tradizioni di questa terra e sono fatte con il profumo dei vini, degli arrosti, con il verde delle erbe e, in molti casi, con le esperienze dell’uomo. La cucina è una gioia, e, qui, è un aspetto della cultura; è una cucina casalinga e paziente, originalissima, che trova le sue radici nei prodotti della terra e nel ricordo di antiche discipline. Le tradizioni ancora incontaminate si ricollegano agli usi e alle consuetudini di un piccolo mondo agricolo-rurale. Importanti i primi piatti gustosi: le frittate con le erbe, con la persa o maggiorana; la varietà delle minestre, di ceci, di zucca, di piselli, di fave. E poi la cacciagione e la selvaggina, tra cui il ”palombaccio alla leccarda”, piatto tipico amerino, in cui il palombaccio viene arrostito allo spiedo e fuoco lento e condito con una salsa particolare detta “leccarda” che si gusta su fette di pane abbrustolito. E poi il pane, i prodotti da forno, la pasta alimentare, che vengono trattati sia industrialmente sia a livello artigianale. Ricordiamo i manfricoli fatti a mano, il pane e la pizza cotti a legna. Ci sono poi i dolci tipici, con delizie stagionali come il pampepato a Natale, i biscotti con il mosto in autunno e le pizze di Pasqua sia dolci sia al formaggio”.

La Transameria

Tutto questo è aperto alla scoperta dei viaggiatori di tutto il mondo e Slow Travel ne ha fatto un itinerario organizzato che si può prenotare qui

https://www.slowfood.it/slowfood-travel/transameria-tra-todi-e-amelia/

 

Amelia è una cittadina posta a sud-ovest dell’Umbria che vanta un perimetro di Mura Poligonali del III secolo a.C. decisamente imponente e maestoso, viste le modeste dimensioni del borgo; un segno dell’importanza che esso aveva, fin dalla sua fondazione che la colloca tra i primi centri italici. 

Infatti Catone, citato da Plinio nella sua Naturalis Historia, afferma che la città fu restaurata 963 anni prima della guerra dei Romani contro Perseo, re di Macedonia, e quindi nel 1134 a.C.

Città ricca di palazzi storici e di un museo archeologico ottimamente organizzato, ha la sua particolarità nella gigantesca cisterna sotterranea che venne scavata nel calcare massiccio ai tempi dell’antica Roma. Questa imponente struttura è ancora oggi perfettamente conservata e si estende nei sotterranei sottostanti la piazza, fino all’imbocco di via Garibaldi. Presenta una pianta rettangolare (dimensioni interne: 57, 50 x 19, 60 m; h media 5, 70 m), suddivisa in dieci ambienti paralleli con volte a botte e comunicanti tra loro tramite passaggi pure voltati.

La foresta fossile di DonnarubbaLa foresta fossile di Donnarubba

Da Amelia a Todi il viaggio è breve e ci si immerge in quella che, qualche anno fa, fu definita la città con la migliore qualità di vita. Da un primo approccio non possiamo che confermare questa versione.

 

Tranquillissima, piena di persone (in prevalenza abitanti) che godono di un clima mediamente dolce e che porta ad uscire per una passeggiata o una chiacchiera al bar o sulle panchine. Uno stile che contagia anche i numerosi turisti stranieri che qui arrivano attratti proprio da quell’imprimatur di città con la migliore qualità di vita.

 

Anche qui ci sono cisterne romane, situate sotto la bella Piazza del Popolo, che servivano per raccogliere l’acqua piovana ma la bellezza di Todi è racchiusa nella Piazza del Popolo, e nell’adiacente Piazza Garibaldi, centro della città da dove si stagliano il l complesso del Palazzo Comunale, nato dall’unione del Palazzo del Popolo in cui sono ospitati il Museo lapidario, la Pinacoteca Civica e il Museo Etrusco Romano, il duecentesco Palazzo del Capitano e il Palazzo dei Priori, forse il più bello dei tre e che fu terminato nel XIV secolo.

TodiTodi

 

Edifici che si contrappongono, in una sorta di battaglia per affermare il proprio potere, al Duomo costruito nel XII secolo sui resti di un tempio pagano dedicato al Dio Apollo.

 

Sono queste stratificazioni a rendere particolarmente interessante Todi, soprattutto nei vicoli, a volte angusti, su cui si aprono frequentemente le porte a tutto sesto delle antiche botteghe artigiane, facenti capo, in epoca medioevale, alle ventitré corporazioni di arti e mestieri che dominavano l’intera vita economica cittadina.

 

L’ultima sorpresa di questo territorio, ricchissimo di cose da scoprire poco per volta, la si trova su una delle strade che collegano Amelia con Todi ed è la Foresta Fossile di Donnarubba.

 

Venuta alla luce verso la fine degli anni ’70, all’interno di una cava di argilla destinata alla fabbricazione di mattoni per l’edilizia, la foresta ospita quaranta tronchi di gigantesche conifere vissute in questo territorio tra i 3 e i 2 milioni di anni fa.

È un impatto che non trova una spiegazione razionale, un luogo unico al mondo che fa sentire ognuno di noi per quello che siamo: una minuscola cosa nella grande vita dell’universo.

 

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