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Lo Sferisterio di Macerata
a cura di Simona VitaliLo Sferisterio di Macerata31/01/2024 - Macerata
Lo Sferisterio di Macerata
Ci sono luoghi di straordinaria unicità e bellezza che, a rigor di logica, dovrebbero essere conosciuti indistintamente da tutti ma, non essendo ubicati sulle vie di grande comunicazione, diventano per “chi è più sensibile” alla loro vocazione. Sono le passioni che ci muovono, quelle hanno davvero il forte potere di traportarci come fossimo foglie in balia di un carezzevole vento.
I grandi appassionati di musica lirica, i melomani, non guardano alla geografia, li guidano ben altri criteri. Sono i calendari delle opere, gli interpreti, ad esercitare un’irresistibile forza attrattiva. E anche la nomea di quel teatro e non da meno le sue peculiarità. Scoprire, ad esempio, che un teatro all’aperto suscita un’incredibile suggestione esso stesso, al netto della scenografia, e che la sua acustica – per una peculiare conformazione strutturale - è molto buona, quasi alla stregua di un teatro al chiuso, incentiva certamente la scelta. Questa è la fotografia dello Sferisterio, un’opera maestosa – tra le più significative del Neoclassicismo europeo - che oggi è tempio della musica lirica e di significativi eventi culturali, perfettamente integrata nel tessuto urbano di Macerata, di cui rappresenta il simbolo per eccellenza. 
Ma dove sta scritto che simili luoghi siano solo per appassionati?

Un Viaggio tra Bellezza e Quietudine

Un Viaggio tra Bellezza e Quietudine
Alla bellezza, quella vera, siamo sensibili tutti e non abbiamo altro bisogno che di fare esperienze che ci portino via, ci sollevino dal quotidiano, anche per poche ore.
In una regione, le Marche, che quanto alla costa ha un ottimo biglietto da visita e rappresenta un’esperienza di sicuro piacere, varrebbe quantomeno la pena chiedersi cosa possa riservare il suo interno, approfittando magari di una vacanza sul Conero per programmarsi qualche incursione in zone meno battute.
Ma torniamo allo Sferisterio e all’effetto che ha sortito su di noi vistandolo di giorno, senza alcuno spettacolo in atto ma soprattutto a partire dal centro storico di Macerata, avvolto dalle mura dove è necessario lasciare l’auto per poi salire con gli ascensori piuttosto che a piedi.
Noi abbiamo preferito la seconda soluzione. 
Un poetico passaggio sulla via degli Orti, dove le case sono collegate da ponticelli in cemento agli orti coltivati sulle mura della città, ci ha certamente bendisposto a carpire, via via che procedevamo, un senso di raffinata quiete che ci siamo poi spiegati nell’imbatterci in palazzi nobiliari, musei, chiese, scorci di grande impatto scenografico.

Eleganza, Storia e Vita Universitaria

Eleganza, Storia e Vita Universitaria
E su tutto l’imponente ma discreta presenza di un’Università antichissima, che ancora oggi vanta una facoltà di Giurisprudenza di assoluto rilievo nazionale. È una città universitaria, Macerata, ma diversamente da altre consorelle, più che subire le intemperanze degli studenti, sembra invitarli a entrare e vivere nella sua dimensione elegante e a misura d’uomo. Una città, come dicevamo, che ha da sempre fatto quadrato intorno al suo simbolo per eccellenza, lo Sferisterio, che oggi è uno dei più grandi teatri all’aperto d’Italia.
Realizzato tra il 1823 e il 1829  ad opera – e questo è un particolare importante  - di 100 consorti, vale a dire benestanti maceratesi “ad ornamento della città e diletto pubblico”- come sta scritto a caratteri cubitali sulla sua facciata - che hanno voluto dotare la città di una struttura permanente per il gioco della palla col bracciale e, al tempo stesso, un’arena per lo “steccato”, la caccia al toro e altri spettacoli.
Una costruzione imponente progettata da Ireneo Aleandri, giovane architetto di San Severino Marche, che dietro una facciata di regolare edificio nasconde una struttura incredibile, completamente inaspettata.

Dal Gioco della Palla all'Eclissi Lirica

Dal Gioco della Palla all'Eclissi Lirica
Una forma unica nel suo genere che ha come cuore un’immensa arena (90x36 mt) delimitata da due testate rettilinee, raccordate da un’ampia curva e un maestoso muro rettilineo di fondo alto 18 metri e lungo quasi 90, che nel corso degli anni viene trasformata dall’originaria destinazione sportiva a quella di teatro all’aperto. È il 1921 quando va in scena la prima opera, L’Aida di Giuseppe Verdi, replicata per 17 serate per un totale di oltre 70.000 presenze. Ma è dalla metà degli anni ’60 che prende il via una vera e propria stagione lirica estiva di rilevanza internazionale, oggi denominata Macerata Opera Festival, che porterà sulla scena i più grandi direttori artistici e interpreti lirici del mondo operistico per il diletto di un pubblico di 2500 persone (tra gradinate, palchi e balconate).  
Quest’anno che ricorre il 60° di attività consecutiva del Macerata Opera Festival è stato chiamato alla direzione artistica Paolo Gavazzeni, in questo ruolo per cinque stagioni all’Arena di Verona, letteralmente affascinato dallo Sferisterio di cui dice “qui si può lavorare non solo sull’aspetto visivo ma anche musicale grazie alla straordinaria acustica, paragonabile a quella di un teatro al chiuso”.  E nella stagione in programma dal 19 luglio al 11 agosto ha deciso di coinvolgere, insieme ai grandi solisti, le risorse artistiche del territorio (FORM- Orchestra Filarmonica Marchigiano, Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”, Pueri Cantores “D.Zamberletti”  del territorio maceratese, Banda Salvadei) per meglio esprimerne l’identità. “Saper emozionare il pubblico -ci confida Gavazzeni – ha la sua fondamentale importanza”. Ad oggi la sua bravura sta nell’aver già colto l’essenza di quel di Macerata, città che sente da sempre la sua stagione lirica e che anni addietro vedeva schiere di figuranti coinvolti nelle opere e oggi si preoccupa di mantenere vivo questo legame identitario con un progetto rivolto alle scuole, il Macerata Opera Family, attività didattica di avvicinamento e accompagnamento al mondo delle opere fin da piccini.  
Non ci resta che procurarci un biglietto, e perché no anche due, che sia per Turandot, Norma, La Bohème o altre opere in programma - per regalarci l’esclusiva bellezza di serate che non si ripeteranno più.